13 nov 2012

Questo non è un vero post

Volevo solo comunicarvi che Twitter è il male, ha scombinato i miei programmi e AAAAARGH
Basta, sfogo finito.
Nuovo account, sciao bbéli

7 nov 2012

Un Topolino che in fin dei conti ci sta simpatico.






Praticamente una settimana fa, con fare sborone, dissi a Tito Faraci "In questi giorni farò il primo post del mio blogghe, e sarà su una tua creatura!"
Anima candida.
Però alla fine ce l'ho fatta.
Lo sto scrivendo, il famoso primo post!
Ma bando alle ciance.
 
Chi di voi ha sempre odiato Topolino
il re di quelli che un mito internettiano chiama i "precisini della fungia"?
Giù le manine lercie che era retorico.

Bene, in pratica dovete sapere che nell'ormai lontano 1999 la Disney Italia ha pubblicato una delle più belle saghe sul nano orecchiuto.
L'ambientazione è un poderoso misto fra hard boiled classico e qualcosa di fantascientifico che ai lettori ci piace sempre , e per raggiungere un punto nuovo senza smeenchiare troppo la pallosissima immortale continuity Disney han deciso di crearci una nuova città apposta, la colossale Anderville.


Ecco, di nuovo consiglio di pubblico, a chi di voi Anderville non rievoca una città da Humphrey Bogart e cose simili?
Solo a me? Ok, ok, ora lo abbasso il braccino. 

La scelta dei colori, e non è cosa da poco, è azzeccatissima: nella fattispecie l'uso di blu e seppia ci piace a palate, perché assolutamente in tema e aiuta da morire a concentrarci su quei dettagli apparentemente di contorno ma che di fatto dipingono l'ambiente perfetto com'è.
 
Parliamo assieme del primo numero, ché poi gli altri ve li do come compito a casa e 
 ci fate una relazione. Da bravi.
 
Già fin dall'inizio le colonne portanti del nuovo Disneyverso vengono ben presentate, così come anche i suoi luoghi chiave. 


Io onestamente sognerei un Diners à la Little Caesar sotto casa, coi suoi eterni clienti a farmi compagnia, così come il 28esimo distretto di Polizia è qualcosa di così cinematografico da farti commuoveremuoveremuovere. 

Per la prima volta vediamo una storia di Topolino in cui volano  pallottole vere e c'è un effettivo rischio di morte per il ratto, a tal punto che all'inizio un po' ci speri anche. Sai, la pallottola vagante, il colpo accidentale. 


I cattivi sono DAVVERO cattivi, non gente che vuole conquistare il mondo vendendo ghiaccioli a prezzi alti e roba simile: il buon vecchio Rud Kaminski potrebbe benissimo essere uno dei due killers di Hemingway.

È giunto anche il momento del mio personaggio megapreferitissimo
ossia Burke, il taxista più pericoloso dai tempi di Robert De Niro, ma disarmato. 


Non che ve ne parli molto, mi limito a mostrarvelo.
Così vi incuriosisco. 
No? Non funziona? 
Evvabbeh, allora ditelo che siete gente dura di cuore.


Riprendere tutto in mano a distanza di tredici anni fa scattare il momento seccamente mariomerolo, 
per ri-citare il Doc, ma, ve lo gggiuro e spergiuro,
il motivo per cui vi consiglio di leggere tuttissimissimo non è solo per nostalgiacanaglia.
Se vi piace il noir, e se non vi piace tanti calci nelle gingive che vi fan solo bene, vale assolutamente la lettura di questa serie-gioiello purtroppamente uggisa terminata dopo pochissimi numeri.
Ma dopotutto come è successo per Firefly e Life non tutte le cose belle durano per sempre. 
 
E adesso piangete.