La prima cosa da farsi, il primo
tassello l'avrei trovato passando al bar. Non erano ancora le dieci e
gran parte dei miei ragazzi di solito vi si tratteneva ben oltre le
classiche ore del mattino. Collezionavano informazioni, e chiunque
abbia mai frequentato abitualmente un caffè sa che in un modo o
nell'altro, da là passa davvero di tutto: se qualcuno aveva anche
solo sentito parlare del mio carico, la mia simpaticissima spada di
Damocle al sapore di inculata, sicuramente sarebbe stato là.
Una cosa del genere comunque non poteva non aver sollevato nemmeno un po' di polvere, quindi ero decisamente fiducioso almeno di scoprire qualcosa di nuovo. Il Capo non aveva parlato di aggressioni o scontri armati, anche perché a Milano una cosa del genere sarebbe uscita sulle prime pagine dei giornali e la Comunità non ama pubblicità. Nessun cinese sano di mente farebbe venir su un casino tale, nemmeno per tutto l'oro, o la Giada, del mondo.
Una cosa del genere comunque non poteva non aver sollevato nemmeno un po' di polvere, quindi ero decisamente fiducioso almeno di scoprire qualcosa di nuovo. Il Capo non aveva parlato di aggressioni o scontri armati, anche perché a Milano una cosa del genere sarebbe uscita sulle prime pagine dei giornali e la Comunità non ama pubblicità. Nessun cinese sano di mente farebbe venir su un casino tale, nemmeno per tutto l'oro, o la Giada, del mondo.
“Guido, ciao, il solito?” chiese
una barista che non avevo mai visto. Annuii con aria misteriosa,
sperando che il solito fosse la porta sul retro e non un caffè. Non
avevo proprio voglia di un altro cazzo di caffè, specie con
l'adrenalina che mi trovavo addosso: le minacce di morte tendono a
stressare un filo.
Fortunatamente prima ancora che finissi
i miei discernimenti a base di imprecazioni e porte divelte la
piccola apertura in fondo che ben conoscevo si dischiuse e fece
uscire il suo consueto mormorio e il fumo che caratterizzava
qualunque sala segreta cinese. Non immaginatevela come una bisca
clandestina di quelle che si vedono nei film; molta meno gente, molta
meno scenografia e molti meno soldi a girare, non in questo posto
almeno. Le informazioni però girano un sacco, e i miei ragazzi erano
già là intenti in una partita di briscola. Già, ve l'avevo detto,
nessun gioco esotico e misterioso, dopotutto siamo nati qui, proprio
come tutti voi.
“Niente di nuovo ragazzi? Di che si
parla? Novità nel giro?” “Prendi per il culo Guido? Hai le
orecchie foderate di merda di ratto?” mh, proprio una splendida
giornata “Signori, un po' di cortesia, non siamo mica in una
bettola” qualche risatina “Ora aprite quelle fogne intasate e
raccontatemi quel che sapete della fottuta Giada. Siate esaustivi e
potrei dimenticarmi del fatto che non siate corsi a casa mia ieri e
persino continuare a pagarvi.”
Ah, l'uomo e il fantastico effetto che
la parola pagare fa sulla sua
psiche. Vi dico solo che la partita di briscola interessantissima
fino ad un secondo fa era ora più dimenticata dell'ultima buona
azione che avessero fatto, da piccini. “Ok, ok bello, non c'è
bisogno di incazzarti, della Giada già lo sai, sì? Beh, in pratica
la sola cosa che si sappia è che c'era e adesso non c'è più,
volatilizzata.”
“Sì, ok, magia nera, ma non c'era nessuno a buttarci un occhio? Non è che lasci là milioni di roba a prendere aria perché oh, tanto non si muovono da soli. O no?” mi sembrava di parlare con le caricature comatose dei miei ragazzi, ero quasi costantemente tentato di controllare un inesistente elettroencefalogramma sopra le loro teste. “Ragazzi, davvero, non ne sapete un cazzo o i miei soldi non vi piacciono più? Potrebbero offendersi seriamente” niente, occhiate spente e un filo contrite.
Di questa storia davvero non si sapeva nulla.
“Sì, ok, magia nera, ma non c'era nessuno a buttarci un occhio? Non è che lasci là milioni di roba a prendere aria perché oh, tanto non si muovono da soli. O no?” mi sembrava di parlare con le caricature comatose dei miei ragazzi, ero quasi costantemente tentato di controllare un inesistente elettroencefalogramma sopra le loro teste. “Ragazzi, davvero, non ne sapete un cazzo o i miei soldi non vi piacciono più? Potrebbero offendersi seriamente” niente, occhiate spente e un filo contrite.
Di questa storia davvero non si sapeva nulla.
Stavo giusto per
tornare da dove ero venuto quando la nuova cameriera fece capolino
dalla porta segreta, e con lei quella che ricordava pericolosamente
una coppia di micro-uzi. Sperai che non si trattasse di un regalo per
me, ma mi lanciai per terra con la ferma convinzione che una figura
di merda è perdonabile, al contrario della morte che tende ad essere
piuttosto definitiva. Bravo bastardo, ebbi il tempo di pensare mentre
un paio di sventagliate mi rendevano in un paio di secondi l'unico
avventore ancora respirante. Mi alzai ancora mezzo intontito giusto
in tempo per notare la bottiglia incendiata volare nella piccola
stanza, probabilmente per eliminare quel poco di resti che erano
rimasti dopo la prima passata. Mi lanciai fuori appena prima che la
porta si chiudesse rendendo il sicuro ritrovo una sicura morte. La
cameriera, o chiunque diavolo fosse, si era volatilizzata, lasciandomi con
un paio di altre domande in testa.
Che cazzo sapeva
quella gente? E soprattutto perché avrebbero dovuto volermi morto?